Il Natale è la festa religiosa più importante per un paese cattolico e quindi ogni cosa, intorno a noi, è la sua massima celebrazione. Chiaramente in questi ultimi decenni siamo tutti consapevoli che è diventato anche un periodo di spese su più fronti: regali, pensierini, ceste, cibo. Qualsiasi settore si mobilita per il periodo natalizio; ogni oggetto diventa un possibile acquisto.

Tralasciando gli aspetti puramente commerciali, le festività natalizie sono giornate ricchissime di esperienze e di stimoli continui, alcuni anche molto intensi emotivamente. Per la maggior parte delle persone il Natale è un momento di relax, di condivisione, di affetti ritrovati, di famiglia, di tavole imbandite. Per la maggior parte, appunto, ma non per tutti.

Tutto quello che può essere appagante per alcuni è frustrante per altri; non è insolito che durante le giornate che precedono e seguono il Natale molte persone vivano sentimenti contrastanti o non si sentano a proprio agio.

In ogni caso, che siano giornate vissute con gioia o meno, il cibo è un grande protagonista. Sia perché da anni nei supermercati cominciano a presentare prodotti tipici del Natale fino dai primi giorni di ottobre, sia perché è uno dei motivi per il quale sedersi a tavola in compagnia nei giorni strettamente festivi.

Il Natale ci manda spesso in confusione per quanto riguarda il cibo; sappiamo che mangeremo di tutto, in eccesso, in modo disordinato. Sottrarsi al cibo è un’impresa quasi impossibile, a meno che non si decida di vivere chiusi in casa per due settimane.

Che tipo di fame scatena il Natale e i giorni che lo precedono e lo seguono?

Nella Mindful Eating vengono distinti 9 tipi di fame; i primi riguardano strettamente i cinque sensi e poi troviamo la fame dello stomaco, la fame cellulare, la fame della mente e la fame del cuore.

Fame degli occhi, delle orecchie, del tatto, del gusto e dell’olfatto sono sovrastimolati dai ricchissimi e variegati piatti della cucina tradizionale natalizia ma è anche vero che, essendo generalmente le tavole numerose di persone, spesso e volentieri non si ha nemmeno tempo di gustarsi il cibo perché si è distratti dal caos, dalle chiacchiere, dalla musica di sottofondo, dall’andare e venire di qualcuno intorno a noi.

Chiaramente fame cellulare e fame dello stomaco, durante le feste natalizie, non hanno “vita facile”; chi sa ascoltarsi davvero, e non si limita ad ingurgitare qualsiasi cosa gli venga presentata nel piatto, sente la necessità di mangiare meno e di mangiare in modo più salutare e ordinato ma sa anche che rifiutare buona parte del cibo offerto dagli ospitanti, che siano familiari o amici, può essere interpretato come un gesto di maleducazione e isolamento.

La fame della mente prende chiaramente un periodo di ferie! Questo tipo di fame, che vuole essere soddisfatta dalle informazioni sul cibo (“Fa bene, fa male?”) ed è basata anche sulle nostre credenze sugli alimenti e le loro caratteristiche nutrizionali, non può che mettersi in stand-by e ritornare ad attivarsi dopo l’epifania.

La fame del cuore merita un capitolo a parte per le feste natalizie!

Te ne parlerò, quindi, la prossima volta, quando saremo più vicini al Natale e comincerai ad avvertire più forte quella tipica atmosfera intorno a te!

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