Cereali integrali: perché non è il caso di farne a meno

Ormai da anni gli studiosi del settore si interrogano sulla salubrità dei cereali nella dieta dell’uomo.

Le librerie pullulano di teorie differenti e spesso contrapposte.

C’è chi sostiene che i cereali siano dannosi per l’uomo, nonostante sia diventato agricoltore quasi 12.000 anni fa, spostando la sua alimentazione dapprima basata sul cibo selvatico verso i cereali da lui coltivati.

C’è chi sostiene che fu proprio questo cambio di alimentazione a permettere l’evoluzione anche culturale dell’uomo (e, di fatto, le grandi civiltà si sono evolute su una base alimentare di cereali).

C’è poi chi sostiene che, in ogni caso, la dieta primitiva non fosse certo basata sulla cacciagione, difficile da ottenere per il nostro fisico poco adatto alla caccia grossa, affermando quindi che all’origine l’uomo fosse frugivoro, smentendo quindi le teorie sulla paleodieta che ci vorrebbero ancora oggi gran consumatori di carne e grassi saturi.

Al di là di ciò che mangiasse l’uomo primitivo, io ritengo che sarebbe interessante cercare di capire cosa sia utile mangiare oggi per mantenerci in salute, dato che della nostra vita  primitiva abbiamo mantenuto ormai davvero poco, e soprattutto non abbiamo più una aspettativa di vita di 30 anni.

La carne che veniva mangiata allora non è comunque la carne di oggi, così come la verdura, la frutta e per certi aspetti anche i cereali.

E certamente lo stile di vita è estremamente differente oggi.

Trovo quindi interessante andare a vedere quali sono le continue scoperte dei ricercatori e cosa ci dicono i dati epidemiologici sul cibo che ci fa bene e su quello che ci fa male.

Ebbene, secondo uno studio del 2010 condotto su 233 pazienti affetti da malattia cardiovascolare, si afferma che 3 porzioni di cereali integrali al giorno sarebbero in grado di ridurre la pressione arteriosa, diminuendo quindi il rischio di infarto del 25%

Inoltre, un’alimentazione basata su riso integrale, avena e orzo integrali, diminuirebbe del 36% il rischio di diabete, e ne basterebbe anche una singola porzione per abbassare il colesterolo.

Recentemente ho avuto occasione di leggere il libro “L’alimentazione antidolore” basata sugli studi del del Dr Seignalet, che ha curato e alleviato i dolori di moltissimi malati di artrite e artrosi e malattie croniche.

Secondo il Dr Seignalet, l’infiammazione dei tessuti sarebbe la responsabile dei dolori, ed una dieta a bassa infiammazione sarebbe in grado di curare o comunque alleviare moltissimo il dolore di chi è già purtroppo in una fase degenerativa.

ll Dr Seignalet raccomanda l’utilizzo di cereali integrali, in questo caso senza glutine, e tra i più antichi, ovvero meno modificati dall’uomo, perché più compatibili con la nostra fisiologia.

Tra questi figurano i cereali africani, come il riso, il miglio il sorgo e poi il grano saraceno e suppongo anche gli altri pseudocereali, come quinoa o amaranto (non trattati nel libro, mia supposizione).

Se si scelgono i cereali maggiori, come grano o farro, è sempre consigliabile oggigiorno recuperarne le varietà più antiche e meno manipolate, che possiamo trovare nei negozi di alimentazione biologica (farro monococco, grano maiorca, e molti altri)

In definitiva, come afferma anche lo stimatissimo Dr Greger, è sempre la dieta a base vegetale, ovvero quella basata su frutta, verdura, legumi e cereali integrali ad avere la grande capacità di prevenire le malattie cardiovascolari, rallentare il progredire di malattie tumorali e migliorare grandemente la salute dei diabetici.

Fonti:

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20548009

http://ajcn.nutrition.org/content/92/4/733.full.pdf+html

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25198208

http://nutritionfacts.org/video/worth-switching-white-rice-brown/

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